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Cancellato il Sistri. Caos totale. Non è più sanzionato il trasporto illegale di rifiuti

In Senza categoria on agosto 16, 2011 at 9:00 am

Chissà cosa fa il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, mentre partecipa al Consiglio dei Ministri. Immagino che non stia attenta e si trastulli come i ragazzini a scuola. Infatti il Governo, il 12 agosto, ha approvato all’unanimità l’abolizione del Sistri (la tracciabilità elettronica dei rifiuti pericolosi), contro la quale ora strepita la stessa Prestigiacomo.

Il provvedimento fa parte della famosa manovra economica che dovrebbe rimettere in ordine i conti pubblici. Spiegatemi cosa c’entra il Sistri con tutto questo: perchè la sua cancellazione non frutta un soldo bucato di risparmio allo Stato. Anzi!

E’ semplicemente un regalo alle imprese in generale (l’ennesimo: elargito perdipiù mentre si spennano i povericristi) e alle ecomafie in particolare.

Con la sparizione del Sistri, rimane in piedi il vecchio sistema cartaceo della tracciabilità dei rifiuti. Ma le sanzioni per il trasporto abusivo di rifiuti, a seguito di quello che sembrava un pasticcio legislativo, da mesi sono e – pare proprio – tuttora restano sospese perchè agganciate all’entrata in vigore del Sistri. Ovvero: nella migliore delle ipotesi le sanzioni sono nel caos, e nella peggiore è in vigore una deregulation totale dei veleni.

Il Sistri, messo in piedi dal Governo Prodi e poi portato avanti dal ministro Prestigiacomo, è – o doveva essere – una sorta di anagrafe elettronica dei rifiuti, in grado di tenere memoria perenne di chi li ha prodotti, chi li ha trasportati, dove sono finiti.

Il sistema presuppone adempimenti burocratici e spese da parte delle aziende. Decine di migliaia di imprese le hanno già sostenute: iscrizione, software, aggiornamento dei dipendenti… Chissà se ora rivorranno indietro i soldi con gli interessi. Anche lo Stato, per mettere su il Sistri, ha speso dei bei quattrini.

Con l’inizio di settembre, un primo lotto di aziende doveva cominciare ad utilizzare obbligatoriamente il Sistri. Il 12 agosto, su proposta del ministro per la Semplificazione Calderoli, il Sistri è stato cancellato in tutto e per tutto perchè alle imprese non piace. L’ha detto proprio così: papale papale.

Il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo ora rilascia interviste di fuoco contro il provvedimento che anch’ella ha votato: “L’attuale sistema cartaceo consente frodi e abusi e non è in grado di fornire in tempo reale (…) un quadro della movimentazione” dei rifiuti pericolosi; “facciamo i regali alla criminalità organizzata in nome della semplificazione amministrativa”.

Fossi stata in lei, avrei urlato e puntato i piedi prima: durante il Consiglio dei Ministri, voglio dire. E ora – se un simile pacco mi fosse stato apparecchiato contro la mia volontà – aprirei bocca soltanto per dare le dimissioni.

Ma c’è un altro punto che vale la pena di sottolineare. A metà dicembre è entrato in vigore il quarto correttivo all’applicazione della direttiva europea in materia di rifiuti. Prevede fra l’altro che le sanzioni relative al trasporto irregolare dei rifiuti industriali entrino in vigore insieme al Sistri stesso.

L’ipotesi, allora, era che il Sistri entrasse in vigore nel giro di pochi mesi, e che nel frattempo valesse la “volontà” del legislatore di non permettere di trasportare rifiuti senza sanzioni nè controlli.

All’inizio di questo mese di agosto il quarto correttivo è stato ulteriormente corretto dal decreto legislativo 121/2011. Però si parla sempre di sanzioni ancorate al Sistri: trovate il link in fondo, e buona lettura.

Lascio ad Azzeccagarbugli più esperti di me l’onore e l’onere di capire quali vaste praterie si spalanchino di fronte ai cow boy della monnezza illegale. E di capire, soprattutto, se la “volontà” del legislatore è diversa da quella che a me appare: una deregulation totale dei veleni

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