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L’inverosimile incidente stradale. Restano solo 50 orsi marsicani e il killer è l’uomo

In Senza categoria on Maggio 6, 2011 at 3:06 PM

Avete mai sentito di una morte per incidente stradale che non sia accompagnata da sangue e segni di frenata sull’asfalto? Non tornano proprio i conti a proposito dell’orsa marsicana trovata tre giorni fa a Pescasseroli.

Nel Parco Nazionale d’Abruzzo restano 50 orsi marsicani, e questa specie (anzi: sottospecie) non vive in nessun altro luogo al mondo. E’ ad un soffio dall’essere perduta per sempre.

All’inizio degli Anni 80 gli orsi marsicani erano un centinaio. A partire dal 1970 addirittura 98 orsi sono morti per mano dell’uomo: è la cifra fornita dal Parco, non il frutto di acrobatiche deduzioni. Negli ultimi giorni, oltre all’orsa di Pescasseroli, un altro orso è stato trovato ucciso a Scontrone.

Ora vi porto sul luogo dell’, ehm, incidente stradale di Pescasseroli. E ditemi se la scena vi convince.

Questa foto è stata pubblicata dal Parco Nazionale d’Abruzzo sul suo sito internet. Guardatela bene l’orsa: pesava 80 chili. Non c’è sangue per terra, non ci sono segni di frenata.

L’impatto fra un’auto e un bestione del genere dovrebbe aver mandato in frantumi almeno un fanalino, non trovate? Ed è veramente difficile pensare che il guidatore non abbia frenato per evitarlo, non si sia fatto neanche un graffio e non abbia sentito la necessità di passare, almeno per sicurezza, da un pronto soccorso.

Eppure non è successo nulla di tutto ciò. Le autorità sono state informate dell’ “incidente”, si legge sul sito del Parco, perchè un residente in zona l’aveva sentito dire al bar e l’ha detto a sua volta ai guardaparco.

Alle 6,30 di martedì 3 maggio i guardiaparco hanno effettuato i rilievi e recuperato la carcassa (era già stata attaccata da altri predatori) che in questi giorni è oggetto di analisi approfondite per stabilire con certezza le cause della morte.

L’animale era una femmina di 15-20 anni, molto probabilmente madre di tre piccoli nati 16 mesi fa. Anche se già svezzati, avevano ancora bisogno di lei.

Il 23 aprile scorso i forestali hanno scoperto l’uccisione di un altro orso marsicano a Scontrone: si trattava di un esemplare adulto sotterrato e ricoperto con calce per evitare che si sentisse l’odore della decomposizione. Gli animali selvatici hanno comunque scavato in quel punto. La morte risalirebbe a cinque mesi fa.

Come nota il presidente del Parco d’Abruzzo, Giuseppe Rossi, i 50 orsi superstiti hanno tassi di riproduzione in piena linea con quelli naturali. Sono in ottime condizioni fisiche. Dispongono di sufficienti risorse alimentari. Eppure il loro numero diminuisce, o comunque non aumenta. Cito le sue dichiarazioni: il neretto è mio.

La specie subisce “una mortalità troppo elevata per cause antropiche” e tale da non “assicurare la conservazione della specie in tempi lunghi”. Le uccisioni di orsi sembrano legate “soprattutto al persistente bracconaggio, all’uso indiscriminato di veleni e anche a una attività zootecnica intensiva basata su mucche e cavalli bradi che si difendono con veleni e fucilate”.

Il direttore del Parco chiama in causa “la mancanza di impegno e la mancata attuazione di accordi e protocolli”, ” l’abisso esistente tra il dire e il fare della politica e della amministrazione”. Si dice di voler proteggere orsi e natura ma “si continuano a pianificare strade, infrastrutture e impianti in aree di vitale importanza per il futuro dell’orso”.

Restano 50 orsi marsicani: la loro presenza attrae (e dunque porta anche soldi) più delle infrastrutture turistiche